Come puoi immaginare questo è un periodo particolarmente intenso di semine e preparazione dei bancali dell’orto.
Dopo aver sistemato Titiro e Yumma, i due montoni, e Tina, l’anatra corritrice, ora è il turno della serra.
Muniti di livella ad acqua e filo a piombo, abbiamo deciso di spostarla in un luogo più pianeggiante e contiamo di finirla nel giro di un paio di settimane, giusto in tempo per i trapianti delle verdure estive.
Un tranquillo giovedi di lavoro.
Alessandra e Andrea montano gli archi della serra, io poto le viti, Cesare le lega, Gian Paolo semina gli spinaci e Mauro pota i susini
Grazie alla nuova serra potremo finalmente ampliare la varietà di verdure e frutta che distribuiremo.
Piselli, spinaci, fagioli, fagiolini, fava, ma anche carciofi, accanto a barbabietole, bieta da costa larga, colorata e da taglio, pak choi, cetrioli lunghi, cipolla tropea e cipolla bianca primaverili ed estive, aglio, anche quello gigante, scalogno, tante varietà di lattuga, melanzane, peperoni quadrati e friggitelli, porri, pomodori, ravanelli, sedano, zucchine, zucca violina e delica.
Abbiamo anche comprato piante di meloni dolci tipo tamaris.
Quindi cassette sempre più miste e nutrienti!
dobbiamo continuare ad effettuare le consegne a settimane alterne.
La verdura si è bloccata a causa delle lunghe notti gelate che abbiamo avuto fino a qualche settimana fa, poi ha sofferto la mancanza di pioggia. Assurdo per il mese di febbraio….
Comunque ci sembra di vedere che finalmente tutto abbia ripreso a crescere, così speriamo di completare le settimane mancanti senza troppi impedimenti.
Lo scorso 22 dicembre si è tenuta una riunione on line con Arvaia.
Chi è Arvaia?
Per chi si affacciasse oggi al mondo delle CSA e non la conoscesse, Arvaia è stata una delle prime CSA italiane ed è nata nel 2016. Si trova a Bologna e conta circa 200 soci. Ha in gestione 47 ettari di suolo pubblico, di cui 10 coltivati, ed ha la forma giuridica di cooperativa.
Perchè questo incontro?
A settembre 2020 la Fondazione Etica e l’Università di Trento hanno finanziato un progetto, Numes, finalizzato ad analizzare il fenomeno CSA. Quante siamo, quanti sono i soci e le socie, quanti kg distribuiamo, il costo della quota, il grado di soddisfazione dei componenti, gli obiettivi , sono alcuni degli aspetti che sono stati indagati in questi due anni.
Oltre a questo, Terrestra è stata scelta come CSA per essere seguita, ed eventualmente aiutata, nei suoi primi passi.
Periodicamente, quindi, ho avuto incontri con i tutor su aspetti specifici come forma giuridica, bilancio ecc
L’incontro del 22 dicembre
L’incontro online del 22 era aperto a tutte le socie e i soci di Terrestra.
Sapevo che sarebbe stato registrato, per cui non mi sono preoccupata di prendere appunti, ma la registrazione non è ancora arrivata per cui mi trovo a riassumere in estrema estrema sintesi quanto ci siamo dette.
La crescita della nostra CSA è avvenuta piuttosto rapidamente e a livello di gestione mi sono trovata davanti a compiti che avrebbero richiesto la compartecipazione di più persone.
Questo ha causato innanzitutto un corto circuito nelle mie comunicazioni con tutte/i voi: ho dedicato sempre meno tempo a tenervi informati di ciò che accade nel podere e questo mi spiace molto.
Sto anche dedicando poco tempo alla ricerca di nuove/i socie/i, cosa che invece sarebbe importante fare.
Arvaia a fronte di questi problemi ha creato dei gruppi tematici a cui partecipano le socie e i soci in base alle proprie attitudini e al tempo da dedicare.
La CSA è un’evoluzione dei GAS, Gruppi di Acquisto Solidali, e rappresenta l’unico modo che abbiamo per intervenire effettivamente sulle storture del mercato. La CSA non ha clienti, ma si basa su connessioni di qualità.
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